La cosmetica usa il vetro e diventa campione di economia circolare

La cosmetica usa il vetro e diventa campione di economia circolare


La cosmetica è uno dei fiori all’occhiello del made in Italy. Lo sa bene il settore export che, anche in momenti di stasi, in questo ambito riesce a distinguersi. Le cifre parlano chiaro: a fine 2018 il fatturato delle imprese cosmetiche nazionali è stato di 11,200 miliardi di € (2% di aumento sul ’17), l’export di 4,8 miliardi (+ 3,7% sul ’17) e il valore del mercato interno si è assestato su 10,150 miliardi!

ANSA sottolinea (notizia del 5 luglio) la crescita della domanda e l’interesse dei cittadini stranieri nei confronti dell’Italia. In base all’analisi sulle ricerche effettuate attraverso Google, il numero di quelle legate al made in Italy e alle parole chiave ad esso riconducibili – un fondamentale indicatore della notorietà e del desiderio dei prodotti italiani nel mondo – è cresciuto del 56% tra il 2015 e il 2018.

Ma l’Italia è anche e soprattutto in prima linea con una battaglia importante che lega la distribuzione al ritorno a vecchie (ma nuove!) modalità di conservazione, trasporto e stoccaggio attente all’ambiente. Di cosa stiamo parliamo esattamente? Del fatto che In Italia cresce la produzione di packaging in vetro. Un trend positivo guidato dalla domanda dei consumatori, sempre più attenti a igiene, sicurezza e naturalità. Secondo i numeri diffusi da Assovetro, l’Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro, l’85% dei cittadini italiani ritiene il vetro il modo più sicuro di conservazione. Il trend ha conquistato produttori e consumatori anche nel settore cosmetico, che punta fortemente sul vetro per la produzione dei flaconi di creme e profumi. Inoltre, il 77% degli italiani preferisce proprio il vetro ( in alternativa al materiale plastico, di qualsiasi tipo) per il packaging dei cosmetici, sia per la sua sostenibilità, motivazione data dal 47% degli intervistati, e sia perché preserva al meglio la qualità del contenuto, risposta data dal 46% dei consumatori.

Secondo un’indagine condotta da InSites nei mesi scorsi, la produzione è aumentata nel 2018 del 4% rispetto al 2017. Sempre secondo il sondaggio InSites, più della metà degli italiani vorrebbe vedere un maggior numero di packaging in vetro sugli scaffali dei negozi, sia per quanto riguarda i prodotti di bellezza (56%) che per i profumi e le essenze (53%).

Non va oltretutto sottovalutata la posizione antiplastica che molti consumatori ed organizzazioni hanno assunto all’insegna del rispetto ambientale, che vede i contenitori in plastica sotto accusa di responsabilità gravissime nell’alterazione dell’equilibrio ambientale (inquinamento di acque e suolo, danni irreversibili a fauna e flora). La soluzione del riutilizzo dei contenitori in plastica, che potrebbe ben adattarsi ai prodotti usa –e-getta di uso quotidiano (piatti, bicchieri, posate et similia, gestibili con semplici lavaggi domestici) non ha alcuna facilità di adattamento per quella tipologia di contenitori plastici che necessitano di sterilizzazione e/o garanzia di tenuta per una piuttosto lunga conservazione di quanto contenuto.

 

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