Greenwashing? No, grazie! La nuova direttiva europea sulla certificazione nella cosmetica. Intervista a Davide Pierleoni, responsabile di CCPB, ente certificatore

Greenwashing? No, grazie! La nuova direttiva europea sulla certificazione nella cosmetica. Intervista a Davide Pierleoni, responsabile di CCPB, ente certificatore

Secondo la direttiva in via di emanazione, gli stati membri dell’Europa dovranno emettere legislazioni per cui sarà proibito scrivere su vasetti e sui bugiardini dei claim che non siano certificabili, e ogni produttore di ogni componente del prodotto dovrà comunicare al suo cliente, che crea il prodotto finale, la certificazione che la materia prima sia esattamente quanto si afferma.

A Making Cosmetics 2023, ma anche nelle altre fiere del settore della cosmetica, fra i produttori e i distributori, si è rilevata una grande preoccupazione e attesa per la direttiva europea contro il Greenwashing che pare mettere in difficoltà, soprattutto per la grande mole di lavoro da organizzare in poco tempo per non perdere opportunità di vendita e fette del settore. Si tratta della definizione della filiera di ogni prodotto e della richiesta di certificazione di qualità e rispondenza a leggi e regolamenti di ogni materia prima inserita nel prodotto, secondo la formula che lo compone. Tutta la documentazione dovrà essere messa a disposizione del consumatore, anche se non la leggeranno mai e continueranno ad aver fiducia nel produttore. Questo però fermerà, si spera, il fenomeno del “greenwashing”, che dichiara per green e naturali dei cosmetici che potrebbero essere stati prodotti con materie prime che non sono completamente green e naturali. In questo ambito riveste un’estrema importanza l’opera degli enti di certificazione. Abbiamo ascoltato quindi le parole di Davide Pierleoni, che è a capo della divisione commerciale di CCPB, ente certificatore nazionale e internazionale nel campo della cosmetica.

In due parole, cos’è e cosa fa CCPB?

CCPB è un ente certificatore italiano nato 30 anni fa e si occupa di fornire garanzie ai consumatori e alle imprese che un determinato prodotto è conforme ad una specifica tecnica. Siamo un organismo di valutazione della conformità che opera a livello nazionale e internazionale nei settori del food, della cosmetica e del tessile, e fortemente orientato al sostenibile, al Green e al naturale.

Perché è così importante la certificazione nei prossimi periodi. C’è una scadenza, nel 2024, giusto?

L’Unione Europea sì è resa conto che sui prodotti c’è una comunicazione aziendale, di propaganda, molto importante che rischia di sconfinare nel greenwashing, cioè nel vantare delle proprietà che il prodotto potrebbe non possedere. L’Unione Europea sta muovendosi nel settore cosmetico per contrastare questo eccesso di comunicazione non supportata da prove scientifiche e da misurazioni, che sono il “core” dell’ente certificatore. Cioè quello di misurare ciò che è oggettivo, e misurabile, e fare in modo che ci sia la garanzia che quello che effettivamente viene acquistato dal consumatore sia conforme ad una specifica tecnica. Al consumatore va data la certezza che nel prodotto venduto non c’è solamente marketing e comunicazione ma c’è la sostanza che è stata approvata, misurata e accertata dai certificatori.

Cosa significa il 2024 ed essere parte di una filiera?  Da quanto abbiamo capito qui a Making Cosmetics, il 2024 è un anno particolarmente importante per il fatto che l’Europa chiederà a tutte le aziende di adeguarsi a certificare o pretendere i dati delle certificazioni di tutti i prodotti che compongono il prodotto finito o distribuito. E’ giusto?

E’ giusto! E’ in discussione l’emanazione di una direttiva Europea. Non è un regolamento, ma una Direttiva che obbligherà gli Stati membri a prendere delle misure contro il fenomeno del “greenwashing”. Quindi tutte le affermazioni, i Claim pubblicitari, che richiamano Ambiente o Salute, dovranno essere accertati dagli enti verificatori di terza parte, cioè enti certificatori della conformità come CCPB.

Quindi si apre lo spazio per una grande mole di lavoro per gli enti certificatori

Ci auguriamo di poter fornire questo tipo di servizio a tutte quelle aziende che vorranno continuare ad utilizzare questi Claim sui loro prodotti e nella loro Comunicazione aziendale.

Siamo a Making Cosmetics, che è la fiera dei produttori di materie prime e servizi per la produzione di cosmetici. Gli enti certificatori, CCPB in particolare, è coinvolta nella fiera e in che modo?

Stiamo portando all’attenzione delle imprese la necessità di certificarsi e di considerare le certificazioni come elemento centrale della comunicazione aziendale insieme alla qualità del prodotto. Stiamo facendo anche noi comunicazione, soprattutto alle imprese produttrici di materie prime perché è necessario che tutta la filiera del prodotto sia tracciata e certificata e sia inserita nella comunicazione aziendale, e non solo l’anello terminale, quello che produce il cosmetico. E’ necessario che tutta la filiera di produzione, composta da tutti gli elementi che compongono il prodotto finito, entri in un percorso virtuoso di certificazione.

Ora una domanda scomoda: la questione delle internazionalizzazioni e degli acquisti delle materie prime all’estero. Fin che siamo in Europa dove gli standard qualitativi di produzione seguono le stesse regole, e fino a che si è in ambito controllabile può essere semplice certificare le materie prime, ma quando si va in paesi in cui i prodotti non seguono questi standard e in cui la produzione, i prodotti e i trattamenti che subiscono le materie prime non sono così facilmente accertabili come riesce a certificarli? In che modo CCPB li traccia?

CCPB appartiene alla famiglia di Tuv Nord Cert, che è un certificatore internazionale che opera in 100 paesi del mondo. Noi sfruttiamo le sinergie della rete Tuv Nord cert   per poter utilizzare Uditor del luogo e comunque viene richiesto un servizio di certificazione anche in posti molto lontani. Parliamo d’America, America Latina e Settentrionale, tutto l’Est, dalla Cina all’Indonesia, e siamo in grado di servire questo tipo di servizio anche a coloro che approvvigionano materie prime dall’altra parte del mondo.

Ringraziando il dott. Pierleoni per la sua disponibilità a parlarci del problema delle certificazioni, che tutto il settore dovrà iniziare ad affrontare sin dai primi giorni di gennaio 2024, vi invitiamo a leggere anche le prossimi interviste e articoli che pubblicheremo sul nostro portale perchè le certificazioni e la direttiva europea contro il greenwashing, sono argomenti che seguiremo con molta cura.

 

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