Piace la cosmetica made in Italy e mantiene saldo l’export in Eu ed Usa, anche se Medio Oriente e Far East sono il trend del futuro prossimo

Piace la cosmetica made in Italy e mantiene saldo l’export in Eu ed Usa, anche se Medio Oriente e Far East sono il trend del futuro prossimo

Europa e stati Uniti confermano il gradimento per i cosmetici italiani, l’export infatti non ha risentito delle incertezze politico-economiche, almeno per ora. Tuttavia non è il caso di preoccuparsi troppo perché il made in Italy appare sempre più apprezzato anche nei paesi Arabi e in quelli asiatici. Mercati enormi, con culture e regole differenti dalle nostre, che ciononostante mostrano un apprezzamento crescente per i cosmetici italiani e, soprattutto, una richiesta costante e sempre maggiore di prodotti made in Italy. Le aziende sono avvertite ed è molto probabile che presto saranno Medio Oriente e Far East a far confluire il nostro import.

Fluttuazioni valutarie, cambiamenti politici, frenata dei consumi: il 2017 già nelle prime settimane porta con sè un fardello sulle spalle impossibile da ignorare, almeno a livello congiunturale. In uno scenario internazionale quanto mai incerto, tuttavia, la cosmetica made in Italy continua a correre oltre confine: le stime che Cosmetica Italia aveva diffuso lo scorso luglio sulla base dell’andamento del primo semestre 2016, restituivano un export in piena crescita (+11,5% sul 2015). Né la Brexit né l’inatteso esito delle elezioni presidenziali americane hanno “minato” queste previsioni: «Le esportazioni del beauty italiano saliranno dell’11,5% a oltre 4,2 miliardi di euro – conferma Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi – portando il fatturato del settore a 10 miliardi di euro». Una crescita leggermente inferiore a quella registrata nel 2015 – anno record con export in aumento di oltre il 14% – ma che a fine 2016 contribuirà a mantenere la bilancia commerciale in attivo per circa 2,1 miliardi di euro.

Nel 2015 la top 5 dei clienti della cosmetica made in Italy era guidata da Francia, primo mercato con 436 milioni di euro (+11,6% sul 2014), e Germania, subito dietro con 420 milioni di euro (+6% sul 2014). A seguire: Stati Uniti (+31,2%), Regno Unito (+18,6%) e Spagna (+22,7%). Gli equilibri potrebbero rimanere invariati nel 2016, con l’Europa ad assorbire la maggior parte delle esportazioni: nonostante Positano stesso ammetta quanto oggi sia «difficile stabilire come andranno i singoli mercati», sottolinea in modo positivo «la ripresa del mercato russo, che nel 2015 era l’unico negativo tra i 10 principali clienti della cosmetica italiana. Si tratta di un “rimbalzo” dopo un anno critico». E, per ora, non rileva il tanto temuto “effetto Brexit”: «Non ha influito né sul piano della competitività tra Italia e Gran Bretagna nè sul Regno Unito come mercato». Secondo Cosmetica Italia gli Usa rimarranno un Paese di riferimento per la cosmetica made in Italy: «Non ci sono segnali negativi che arrivano da oltre Oceano – continua Positano –; anzi: negli Stati Uniti, un mercato ampio ma nel quale viene lanciato solo il 7% dei 150 mila nuovi prodotti presentati ogni anno, c’è grande voglia di made in Italy. Anche nella bellezza».

Tra le piazze più “affamate” di prodotti cosmetici che siano di qualità e all’avanguardia ci sono sia il Medi Oriente sia il Far East: «Dal 2000 ad oggi, a prescindere dalle condizioni dell’economia interna e dalle oscillazioni valore monetario l’export italiano verso i paesi arabi è cresciuto costantemente: sono un mercato da tenere d’occhio». Lo stesso vale per l’Estremo Oriente. Cresce l’export di cosmetici italiani verso l’Asia: nel 2015 ha superato i 705 milioni di euro (+19% rispetto al 2014). In particolare Hong Kong è il primo mercato di sbocco con un valore di 148 milioni di euro (+32%). Oltre 68 milioni di euro dell’export totale sono legati alla profumeria alcolica e quasi 66 milioni di euro ai prodotti per il corpo. I dati di Cosmetica Italia arrivano da Cosmoprof Asia a Hong Kong: alla manifestazione hanno partecipato 2.698 espositori da 49 paesi e si sono registrati 76.818 visitatori da 129 Paesi, in crescita del 21% rispetto al 2015.

«Hong Kong è una vera e propria porta sull’Asia – conferma Positano – e, forte di un 2015 archiviato con esportazioni in aumento del 31,8%, continua a crescere».  «Basti pensare alla richiesta di profumeria alcolica da parte di Hong Kong – gli fa eco  Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia – che ricopre oltre il 46% delle esportazioni dall’Italia, contro la media del 24%».

A fronte di un big player come la Cina «con potenzialità enormi, ma barriere d’ingresso altissime», tra i mercati asiatici più promettenti e dinamici spicca la Corea del Sud. Un paese in cui la bellezza gioca un ruolo importantissimo, tra skin-care e chirurgia plastica: «Un mercato che per l’Italia è ancora piccolo in valore, ma strategicamente importante».

Le aziende del made in Italy sono chiamate ad agire in uno scenario molto complesso, dunque: «Al momento la strategia più efficace – chiosa Positano – è quella di concentrare la propria presenza nei mercati in crescita: operare contemporaneamente su molte piazze solo per ridurre i rischi porterebbe a polverizzare le strategie e, di conseguenza, a un indebolimento».

Fonte: ilsole24ore.com

 

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