Dal 4 gennaio 2022 nuova regolamentazione sull’uso dei colori nei tatuaggi.
E’ in vigore infatti da quella data la modifica del “Reach”, il documento che elenca, valuta e autorizza le sostanze chimiche utilizzabili in Europa, per i tatuaggi, e le relative concentrazioni tollerate: i pigmenti colorati utilizzati nell’industria dei tatuaggi e dei cosmetici, quali nichel, mercurio, cromo e, soprattutto, isopropanolo – aggiunto nella gran parte dei colori per sterilizzarli – sono considerati dannosi poiché possono causare allergie, irritazioni cutanee, secchezza , danni al sistema nervoso e anche cancerogeni. Solo il nero è “sicuro” visto che non contiene queste sostanze se non in quantità davvero basse.
Il nuovo regolamento dal 4 gennaio 2022 impone anche nuove norme per le etichette informative che, oltre a essere scritte in italiano (o nella lingua del paese in cui si effettua il tatuaggio) devono anche riportare informazioni precise sulla presenza e quantità delle sostanze ritenute pericolose.
Si tratta di un argomento che in Italia interessa ben 7 milioni di persone (con punte del 30% tra i più giovani): tanti sono i tatuati secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, per il quale il 60% di chi ha un tatuaggio ha avuto una reazione avversa, e che ha trovato nel 90% dei campioni esaminati livelli di cromo superiori a quelli ritenuti sicuri, senza che ve ne fosse alcuna indicazione sulle etichette. E non ci sono solo i tattoo: le nuove norme riguardano anche tutte quelle tecniche come il microblading (che si usa soprattutto per tatuare e correggere la forma delle sopracciglia), o altri tipi di trucco permanente, che creano una lesione cutanea attraverso la quale inchiostri e altre miscele vengono assorbite dall’organismo.
Sarà necessario vigilare che gli utilizzatori verifichino attentamente la provenienza dei prodotti che utilizzano, auspicando che non si incrementi l’abusivismo e che non si verifichi una decisa stretta di mercato, causata dal fatto che d’ora in avanti si lavorerà quasi esclusivamente con il bianco e nero. Tuttavia, esistono prodotti alternativi che contengono percentuali inferiori ai livelli considerati dannosi e sarà compito dei tatuatori verificare con attenzione quali siano i pigmenti da poter utilizzare e quali no.
Dunque, i produttori dovranno adeguarsi alla nuova normativa che potrebbe, sì, causare qualche problema e forse un aumento dei prezzi, che saranno comunque contenuti per i consumatori e sulle catene di approvvigionamento interessate. Si è verificata la stessa situazione con l’avvento della pandemia, quando sono diventati indispensabili dispositivi di protezione personale, ma non si sono verificati particolari problemi. La professione del tatuatore – e anche l’attività dei centri estetici dove si eseguono microblading – è artigianale e si fonda, oltre che sulla capacità dell’operatore, sulla assoluta salvaguardia del cliente e della sua salute personale. Su questo, si gioca moltissimo la credibilità dei singoli ma, soprattutto, di un’intera categoria che per crescere ha bisogno di veder riconosciuta la propria indiscussa professionalità sotto tutti i punti di vista. Per questo, sarà molto importante un’accurata campagna di informazione, che punti alla sicurezza e alla trasparenza.
(Fonte: Wired.it)