La globalizzazione di idee, mode e tendenze porta con sè al posto di una piatta omogeneizzazione dei gusti, una richiesta di trattamenti e contesti sempre più personalizzati. La spinta individualistica crescente e generalizzata si traduce nella customizzazione dei servizi, oggi facilmente realizzabile e accessibile grazie allo sviluppo delle rete internet e alla parallela implementazione della logistica distributiva. E non si pensi che tutto ciò appartenga solo al mondo virtuale, al contrario si traduce spesso anche in esperienze locali, concrete e tangibili. Lo dimostrano due esempi recenti, in ordine di tempo, segnalati dalla stampa USA: l’apertura di un salone di parrucchiere hijab-friendly e il lancio di un servizio di segnalazione, test e vendita online di cosmetici dedicati alla pelle di colore.
Si chiama Le’Jemalik il salone aperto a Brooklyn dalla cosmetologa newyorkese Huda Qushi, con arredi adatti ad accogliere le donne che indossano il velo (hijab) e che non desiderano di conseguenza mostrarsi in vetrina con i capelli scoperti. All’ingresso del salone si accede tramite una porta girevole, con vetri opachi, che conduce all’area di ricevimento; al di là della reception, la zona del salone vero e proprio, che rimane nascosta alla vista di chi entra così le clienti possono rilassarsi mentre le loro teste sono scoperte. “Ho sempre avuto difficoltà a trovare un salone che potesse ospitarmi, anche per un semplice taglio di capelli”, ha spiegato Qushi, da qui la sua idea imprenditoriale. Insieme alla riservatezza e a tagli e acconciature per i capelli, il Le’Jemalik offrirà anche trattamenti di bellezza come trucco da sposa, ceretta, manicure, trattamenti per il viso e unghie nel rispetto delle norme halal.
HuesBox, il servizio di sottoscrizione online per le persone di colore nasce, invece, dall’idea imprenditoriale di una famiglia di donne: madre e due figlie, che hanno voluto sopperire all’assenza, nei normali canali distributivi, di cosmetici adatti ad esigenze multietniche, come per esempio prodotti per i capelli delle donne asiatiche o make up per pelli scure. “Da persone di colore per persone di colore” spiega Jasmine Harris, “non ci rivolgiamo solo agliafroamericani, ma anche ai nativi indiani, agli asiatici e agli ispanici”. Scopo del servizio è quello di raccogliere e selezionare cosmetici originali, realizzati da fornitori di colore, in particolare i piccoli marchi come Sailor Girl e Butters di Hay, dando a questi produttori maggiore visibilità.
Per i consumatori il servizio, che costa 12 dollari al mese, prevede l’invio di una scatola che contiene da quattro a sei prodotti campione, da provare. Quando il cliente individua i prodotti che lo soddisfano completamente può acquistare le confezioni intere attraverso il sito web di Hues. In futuro Hues offrirà anche servizi di tutoraggio per le aziende di questo settore di nicchia come consulenza marketing e branding.
Fonte: globalcosmeticsnews.com