Settore cosmetico italiano: investimenti e acquisizioni straniere rischiano di erodere il Made in Italy?

Settore cosmetico italiano: investimenti e acquisizioni straniere rischiano di erodere il Made in Italy?

Il primo semestre del 2024 ha visto il settore cosmetico italiano protagonista di importanti operazioni di investimento, con diverse acquisizioni da parte di gruppi stranieri. Tra le operazioni più rilevanti, si distingue l’acquisizione della maggioranza di Laila Cosmetics da parte di AF1, un’operazione che ha destato grande attenzione nel mercato.

Parallelamente, il gruppo Decorluxe, controllato da Ethica Group, ha acquisito Decor Style, annunciando ulteriori manovre strategiche previste entro la fine dell’anno. Un altro movimento significativo ha riguardato Beauty Nova, che è stata ceduta al fondo di investimento PAI, consolidando ulteriormente la presenza internazionale nel settore cosmetico italiano.

Il marchio Dottor Vranjes, noto per le sue fragranze di alta gamma, è passato sotto il controllo di L’Occitane, mentre VeraLab, il brand di skincare italiano, ha venduto una quota di minoranza a Peninsula, un importante fondo di investimento. Inoltre, L Catterton, uno dei maggiori fondi di private equity a livello globale, aveva già annunciato ad aprile l’acquisizione della maggioranza di Kiko Milano, marchio iconico del beauty made in Italy.

Il settore della nutraceutica, strettamente legato al mondo della cosmetica, ha anch’esso registrato una significativa acquisizione. A luglio, il fondo HIG ha completato l’acquisto di Naturalia Tantum, rafforzando ulteriormente la tendenza di crescita degli investimenti esteri nel panorama italiano.

L’attenzione degli investitori stranieri non si è limitata ai prodotti cosmetici, ma ha interessato anche il settore del packaging, che riveste un ruolo cruciale per l’industria italiana a livello europeo. Tra le operazioni più importanti, si segnala l’acquisizione di Bormioli Pharma da parte del gruppo tedesco Gerresheimer per 800 milioni di euro, un’operazione che sottolinea la rilevanza strategica del packaging nel settore beauty.

Questo panorama di acquisizioni, se da un lato dimostra la capacità delle aziende italiane di emergere come eccellenze innovative, dall’altro solleva preoccupazioni riguardo alla crescente presenza di capitali stranieri nel settore. Il timore è che, nel lungo termine, queste operazioni possano portare a una perdita di valore del “Made in Italy”, perdendo l’autenticità e l’unicità che hanno reso i prodotti italiani riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Il settore cosmetico, da sempre fiore all’occhiello dell’industria italiana, rischia così di perdere parte della sua identità nazionale, sebbene le acquisizioni possano rappresentare opportunità di crescita e internazionalizzazione. Il bilancio tra questi due aspetti sarà cruciale per determinare il futuro del Made in Italy nel mondo della bellezza.

 

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