La crescita del mercato interno e delle esportazioni portano il fatturato globale del settore cosmetico oltre i 10 miliardi

La crescita del mercato interno e delle esportazioni portano il fatturato globale del settore cosmetico oltre i 10 miliardi

Bologna, 18-21 marzo 2016 – È con un segnale positivo che si aprono le rilevazioni del Centro Studi di Cosmetica Italia sul fronte del mercato interno: il 2015 segna infatti una crescita del 2,2%.

In aumento il fatturato globale del settore che oltrepassa i 10 miliardi di euro (+6,5%) sostenuto anche dalle esportazioni che confermano l’andamento fortemente in crescita degli ultimi esercizi (+14,3% per un valore di oltre 3.800 milioni di euro).  «La crescita delle esportazioni incide positivamente sulla bilancia commerciale che registra un dato record: 2.000 milioni di euro – commenta Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia – In un clima che prevediamo di stabile ripresa per i prossimi esercizi, risulta strategica l’analisi dell’ecosistema digitale per intercettare nuovi trend, avvicinare i consumatori e analizzare le reali necessità delle aziende».

Proprio la rilevazione delle vendite di cosmetici online tocca i 170 milioni di euro nel 2015, analogamente agli andamenti positivi registrati dalle vendite dirette (oltre 720 milioni di euro, +11%) che testimoniano un’evoluzione nelle modalità di acquisto dei consumatori. Anche la farmacia mostra un andamento positivo con un valore superiore ai 1.800 milioni di euro (+1,5% rispetto al 2014); l’attenzione dei consumatori verso i prodotti a connotazione naturale è invece evidenziata dal +4,9% del canale erboristeria che nel 2015 supera i 430 milioni di euro. Dopo alcuni esercizi in sofferenza, torna a crescere la profumeria, secondo canale in termini di ripartizione del fatturato: il 2015 registra una ripresa di circa un punto percentuale per un valore di 2.078 milioni di euro.  La grande distribuzione, che copre il 40% dei cosmetici venduti in Italia, vede un andamento a due velocità caratterizzato da una diminuzione dei volumi di vendita nelle grandi superfici e da una crescita negli spazi specializzati “casa-toilette”. Nel 2015 il suo valore è di quasi 3.900 milioni di euro in crescita del 2,5%.  Infine, prosegue la contrazione dei canali professionali, seppur con alcuni segnali di rallentamento. Gli istituti di bellezza registrano infatti -3,3%, mentre i saloni di acconciatura calano del 2,2%: nelle dinamiche di questi canali emerge la differenza tra le realtà che non riescono a cavalcare la ripresa e quelle che invece intercettano le mutate modalità di interazione col consumatore.

Fast Facts

Alcuni dati possono aiutare a meglio inquadrare il valore del comparto: il nostro Paese è il quarto sistema economico della cosmetica dopo Germania, Francia e Regno Unito con 35mila occupati, che salgono a 200mila con l’indotto. Le donne impiegate nel settore rappresentano il 54% (circa 19.000), mentre la media dell’industria manifatturiera è ferma al 28%. I laureati totali sono pari all’11% degli occupati, contro una media nazionale del 6% e le donne laureate sono circa 1.700, il 45% dei laureati nel settore. Oltre agli specializzati in chimica farmaceutica e cosmetologia, sono numerosi gli addetti specializzati in economia e marketing di canale.

Per l’innovazione e la tecnologia, la ricerca e lo sviluppo le imprese della cosmesi in Italia investono circa il 7% del fatturato, contro una media nazionale stimata attorno al 3%. Non si dimentichi, inoltre, che la cosmetica copre il 44% degli investimenti in comunicazione dei beni “non food” e che oltre il 60% del make-up distribuito nel mondo è fabbricato in Italia a testimonianza del ricco e dinamico tessuto produttivo che vede la più importante concentrazione di imprese cosmetiche nel nord Italia (82%).  In particolare, la Lombardia si conferma la regione con la più alta densità di imprese cosmetiche con oltre il 51% (il 54% delle aziende cosmetiche lombarde si trova nella provincia di Milano), seguita da Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Il rapporto export/produzione è pari al 38% a fine 2015; settori contigui, come la calzatura, segnano un rapporto intorno all’80%: esistono quindi ancora ampi margini per i processi di internazionalizzazione del comparto. Dal 2000 la crescita delle esportazioni è superiore alla crescita della domanda di cosmetici, a testimonianza dell’aumento della competitività italiana nel settore.

Fonte: Cosmetica Italia

 

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