La sfida più grande per chi fa una scelta green è quella di imparare a riconoscere gli ingredienti di cui si può e si vuole fare senza

La sfida più grande per chi fa una scelta green è quella di imparare a riconoscere gli ingredienti di cui si può e si vuole fare senza

La linea guida, in un mercato saturo di offerte che si autodefiniscono naturali, organiche, biologiche, paraben-free, vegan esiste. Occorre apprendere l’arte del saper leggere le etichette. Anche una formulazione con solo uno o due ingredienti naturali diluiti in un cocktail di paraffina e siliconi al 70% può riportare la scritta “con estratti naturali”. Tecnicamente, niente di erroneo. Nel concreto, disorientante. A sua volta, un prodotto garantito senza parabeni e siliconi non è automaticamente naturale o 100 % attivo, cioè formulato con soli ingredienti utili ed efficaci per la pelle. Anche in questo caso, sono le americane le più intransigenti sugli ingredienti da evitare: il sondaggio online Green Beauty Barometer effettuato a giugno stila una classifica. Al primo posto petrolati e siliconi (per il 30% delle consumatrici), ingredienti che non hanno alcuna affinità con la nostra pelle e sono anzi sostituibili al 100% con oli e burri naturali. Secondo posto (29%) per solfati ed SLS, SodiumLaurylSulfate, il tensioattivo responsabile della schiuma dei prodotti – tra i primi agenti irritanti, disidratanti, comedogenici per la pelle – . Poi, i parabeni, i più noti conservanti (22%), i profumi e i coloranti sintetici (18%), i cosiddetti PEG e PPG, quelle molecole “magiche” in grado di legare ingredienti normalmente repellenti come acqua e olio in emulsioni soffici (15%). In coda metalli, nickel e oli minerali (11%). Sotto la lente d’ingrandimento lo skincare in primis, poi l’haircare, il makeup, e in coda, i prodotti per le unghie.

Considerando che in Europa le etichette devono indicare la lista degli ingredienti in ordine decrescente di concentrazionela regola da principianti è questa: se le prime 5 voci finiscono per  -one / -xane / -thicone (siliconi), -fate o contengono la particella “eth” (solfati), -paraben / -ycol o delle sigle a 3 o 4 lettere maiuscole ( PEG, PPG, DEA, MEA, MIPA, EDTA), il conto è presto fatto.

Dubbi? Per destreggiarsi rapidamente tra INCI e certificazioni, c’è una scorciatoia smart. Le App. Solo ultima IceaCheck dell’Istituto Certificazione Etica e Ambientale, disponibile sia per il cibo che per i cosmetici: riconosce le circa 9.000 sostanze registrate nell’inventario europeo degli ingredienti in uso nell’industria cosmetica e sa indicare con certezza se il nostro beauty case sia veramente dermocompatibile e sicuro.

Fonte: iodonna.it

 

 / 

Accedi

Invia Messaggio

I miei Preferiti